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Mi è estremamente difficile mantenere un pensiero ordinato e coerente sulle polemiche seguite alle dichiarazioni dell’assessore alle politiche sociali Luca Trapanese riguardo le politiche da mettere in campo per i senza fissa dimora nella nostra città.

Mi è veramente arduo superare un istintivo pudore che mi coglie quando mi confronto, solo per qualche istante, con la vita di un clochard.

Sarà perché al mattino, quando mi accingo a fare una doccia calda, avvolto da un comodo maglione di lana nelle stagioni fredde, mi capita spesso di pensare a quanto sia fortunato. O forse perché mi capita raramente di avvertire la spiacevole sensazione della fame che riservo solo ai periodi di dieta ed in modo assolutamente volontario.

Ho da sempre la sensazione di essere stato toccato dalla fortuna se, per un attimo, guardo e penso alla vita di una delle innumerevoli persone che vivono ai margini della strada prive di un alloggio, di un lavoro, di un affetto.

Ho avuto anche il privilegio da molti anni di seguire il lavoro silenzioso ed operoso che i miei amici degli “angeli si strada di Villanova” fanno per garantire un pasto caldo, un abito ed una coperta in inverno o una bibita rinfrescante e una pizza in estate a centinaia di senza fissa dimora.

È con grande rispetto, in punta di piedi e scusandomi se corressi il rischio di urtare la suscettibilità di qualcuno, che vorrei tuttavia condividere qualche considerazione su questo delicato tema.

Ho letto ed ascoltato con estrema attenzione le dichiarazioni di Luca Trapanese al quale mi lega una antica conoscenza ed affetto e credo che tutto il suo pensiero: la necessità di un coordinamento, la volontà politica di dedicare risorse ed attenzione a questi nostri fratelli e sorelle di strada sia totalmente condivisibile.

All’amico Luca mi permetto solo di suggerire una nota “emotiva” necessaria per completare il suo agire politico: chieda scusa a nome di tutti noi cittadini napoletani per quello che in 30 anni non siamo riusciti a mettere in piedi per sostenere efficacemente chi fa fatica a “sopravvivere”.

All’assessore Luca proporrei anche di aggiungere e spiegare con chiarezza, senza il linguaggio politichese che in argomenti così seri fa semplicemente rabbrividire, quanto ancora c’è da fare. Lo dica apertamente, sottolinei che 400 o 500posti letto sono e saranno insufficienti a fronte degli oltre 2000 uomini e donne senza fissa dimora di Napoli.

Caro Luca, non temere di dire la verità, ammetti che il tuo agire è insufficiente ma continua a stimolare chi, la giunta a cui appartieni prima di tutti, deve cercare di dare risposte.

Non è facile, direi che il tema dei senza fissa dimora nelle metropoli del mondo è uno degli argomenti più spinosi da affrontare per una amministrazione, ma quello che deve essere chiaro a chiunque è che a quei   politici che hanno confuso la lotta alla povertà con quella ai poveri, tu non appartieni.

Solo così le parole di Virgilio nel terzo canto dell’Inferno rivolte alle anime dannate ignave potranno diventare uno schermo alla politica ed ai politici delle chiacchiere «Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa.»
La vita drammatica dei clochard non merita anche le strumentalizzazioni politiche. Almeno questo risparmiamolo mentre comodamente, seduti su un divano a sorseggiare una bevanda calda, filosofeggiamo di persone che non abbiamo mai incontrato.

Buon lavoro.

Antonio Nocchetti