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Non ne abbiamo bisogno.

Non abbiamo assolutamente bisogno di un ennesimo conflitto tra il governo e la regione.

Non ne avevamo bisogno quando a condurre le sorti della città di Napoli c’era un sindaco che voleva “derenzizzare” il comune ed altre amenità simili e non ne abbiamo bisogno adesso.

Meno che mai ora, meno che mai nell’immediato futuro.

Eppure, ogni occasione è buona per, come dicono a Roma,” gettarla in caciara”.

Sta accadendo con le decisioni del presidente de luca sulla scuola e, temo, accadrà ancora per ogni futura circostanza nelle quali la tentazione di occupare uno spazio mediatico si potrà tradurre in realtà.

Eppure, non ne abbiamo proprio bisogno.

Probabilmente sostituire la insana battaglia virtuale tra no vax e vax con quella tra no dad e si dad può essere stimolante e forse conveniente per qualcuno, di certo non lo è per gli studenti italiani e meridionali.

Sottolineo meridionali proprio alla luce degli impietosi report che periodicamente vengono forniti da autorevoli centri studi sulla qualità e quantità delle conoscenze che i nostri studenti mostrano di avere.

Un paese spaccato non solo dal PIL, dalle infrastrutture, dalla logistica e dal welfare ma anche da una incontestabile ed insopportabile disuguaglianza che la scuola italiana continua ad offrire nonostante gli sforzi di migliaia di docenti seri e motivati.

Ha ragione de luca quando afferma che è un azzardo riaprire le scuole in questo momento?

Ha ragione qualche forza politica quando afferma che la scelta di inserire obbligo vaccinale solo per gli over 50 è una scelta incompleta?

Hanno ragione le migliaia di dirigenti scolastici stretti tra ordinanze, circolari, suggerimenti che spaziano a 360 gradi ma rischiano di lasciare con il cerino in mano proprio e solo loro?

È veramente un momento complicato.

Lo è da molti mesi ormai e la sensazione che si avverte prevalere sembra la inadeguatezza dei decisori.

A Roma come a Napoli, a Venezia come a Palermo.

Indecisi, confusi e quindi inadeguati.

Eppure, forse se in questi due anni le regioni, ad iniziare dalla Campania, avessero pensato e iniziato almeno, a realizzare interventi nei settori messi a dura prova dalla vita in comunità: scuole, ospedali, medicina del territorio e trasporti oggi non saremmo in questa condizione.

Indecisi, confusi e quindi ripeto inadeguati ad una prova titanica come quella della prima pandemia dell’età moderna.

Forse la soluzione dovremmo come sempre ricercarla facendo, tutti, un passo indietro.

Chiedendo ai politici di ogni rango e dignità un sussulto di pacatezza e di sobrietà, senza dimenticare che il loro ruolo è delicato e trasversale.

Ieri ho ricevuto la telefonata di una madre insegnante alle superiori di un bimbo disabile intellettivo grave di 8 anni che mi chiedeva cosa fare con il lavoro e con la sua famiglia fragile.

Non lo so proprio, le ho risposto mesto, mi scusi per quello che stiamo combinando, ho pensato senza dirlo.

Ecco, oggi mi sembra proprio questa la risposta della politica: non lo so.

Senza avere il coraggio di aggiungere: mi scusi.

Antonio Nocchetti