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Per diversi giorni fiumi di inchiostro sono stati versati a margine del discorso di insediamento del presidente Mattarella. Intorno alla parola dignità ripetuta più volte dal primo cittadino si è definito un programma elettorale o piuttosto una visione che alla politica sembra mancare.

Da qualche ora ho ricevuto una telefonata che rende magicamente visibile cosa significhi perdere la dignità e quanto è dolorosa questa condizione. Dopo la telefonata i miei amici mi hanno spedito una lettera che descrive la condizione che sta vivendo a scuola il loro figlio.

Io Francesco Emanuele lo conosco da sempre.

Per lo meno da quando, costretto a vivere alcuni mesi in una terapia intensiva neonatale di un ospedale napoletano, quel cucciolo di uomo incontrò la sua splendida famiglia adottiva. Una madre, un padre ed una sorella che lo hanno accolto, sostenuto ed accompagnato in questi 14 anni. Con lui e per lui sempre tutti i giorni, tutte le ore e tutti insieme a proteggere un bimbo tanto fragile.

Francesco Emanuele è un bambino con una disabilità grave, uno di quei bambini che quando incrociamo per la strada facciamo difficoltà a “vedere”. Un bambino che vive una vita felice grazie alla sua famiglia, una vita faticosa ma serena.

Il suo arrivo nella scuola superiore ha rivelato purtroppo la fragilità del sistema scolastico.

A nulla sono servite le civili richieste della sua famiglia alla scuola.

“Cosa dovremmo fare adesso? Ritirarlo dalla scuola? A 15 anni? Perché?”

La dignità appunto, quella che viene stracciata e calpestata quando scopriamo il nostro bambino inzuppato di pipì o relegato dinanzi ad uno schermo ad attendere che il tempo della scuola trascorra senza senso.

Parlare di dignità è fin troppo facile se ad essa non si collegano scelte coerenti e comportamenti solidali.

Sarebbe magnifico raccontare al nostro presidente Mattarella che cosa è la dignità e dove e come è stata cancellata quella di Francesco Emanuele nell’ignavia di qualcuno.

A me oggi rimane solo il testo di una lettera tra le mani e la speranza che ci sia un tempo ed un luogo per ritrovarsi a ridere e giocare con il mio giovane amico.

“Egregio Dirigente Scolastico

Ho letto una frase di Don Lorenzo Milani “Una prova della correttezza del nostro agire educativo è la felicità del bambino” e Francesco Emanuele non è felice e da qui che parte la mia riflessione.

Da 14 anni, grazie a mia mamma Rosalba e mio padre Francesco che lo hanno adottato, ho un altro fratellino Francesco Emanuele ed è speciale; è un miracolo e la sua vita è fatta di dolore, gioia e amore è un piccolo grande guerriero con una dignità nel dolore che noi adulti non abbiamo.

Francesco Emanuele, negli anni, ha raggiunto risultati insperati, eccellenti visibili anche all’equipe medica che lo segue costantemente e il nostro obiettivo è di non disperdere quanto fatto fino ad oggi con l’impegno di tutti ma di costruire su quanto fatto fino ad oggi da tutti.

Siamo pronti, ogni giorno, a confrontarci per la risoluzione di tutti gli ostacoli mai arresi e mai ci arrenderemo ma per assolvere al diritto dovere all’istruzione ed alla formazione in una scuola dove passa il concetto di piena attuazione di “scuola inclusiva” non puoi essere solo.  

Il perdurare dell’assenza dell’operatore di assistenza a supporto di Francesco Emanuele non gli consente di frequentare le lezioni in modo adeguato e dignitoso, a nulla è servito la nostra disponibilità, a titolo gratuito, ad espletare il supporto dei bisogni primari. La diversità, ancora oggi, è un mondo da cui ci si tiene a distanza perché difficoltoso, problematico, sofferto, ma è reale … I loro bisogni la loro dignità sono considerati come sacrificabili, meno importanti di quelli degli altri.

Oggi sono costretta, mio malgrado, a chiedere formalmente come procedere per attivare l’istruzione parentale, abbiamo perso tutti… ma la scuola insegna sempre …. Francesco Emanuele ha imparato la lezione più importante della sua vita l’indifferenza delle istituzioni, sarebbe bastato poco forse, perdere un po’ del proprio preziosissimo tempo nell’ascolto ma l’arroganza del potere non si ferma ad ascoltare… Se si perdono i ragazzi più difficili la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati. (Don Lorenzo Milani)

Cordiali saluti

Daniela

Post-scriptum ma non meno utile per chi legge:

come riportato dal report annuale dell’Istat sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità 2020/2021 la presenza di assistenti alla autonomia ed alla comunicazione in Campania è di una figura ogni 16 alunni circa. La media nazionale è di un assistente ogni 4,6 alunni (in Lombardia, ad esempio, il dato è di 1 ogni 3 alunni). Il mio amico Francesco Emanuele ha bisogno, per la dignità a cui faceva riferimento Mattarella ed osannata dai parlamentari che lo applaudivano festosi, che qualcuno se ne faccia carico.

La dignità, appunto.

Antonio Nocchetti