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Una gallina dalle uova d’oro. Ricordo con precisione la efficace metafora usata da una ex dipendente dell‘istituto Martuscelli per descrivermi la storia di quel luogo.

Un istituto magnifico nato dallo sforzo e dalla solidarietà di donne e uomini che, se potessero, fermerebbero lo scempio al quale assistono impotenti.

Erano cittadini di una società che non esiste più, nella quali le differenze di classe sociale rappresentavano un invalicabile confine, ma erano anche persone che avevano a cuore chi faceva fatica.

Il Martuscelli nasceva così, oltre un secolo fa.

Istituto d’eccellenza con tanto di medaglie per la cura, l’istruzione e la presa in carico dei non vedenti di tutta l’Italia meridionale.

Poi, lentamente ed inesorabilmente la letale commistione tra la politica che deve “sistemare” gli amici degli amici ed il contesto circostante hanno portato alla chiusura ed al commissariamento di un istituto milionario e ricco di immobili a corredo.

È da qualche anno che, testardamente, sono convinto che il destino del Martuscelli dovrebbe essere ribaltato da una virtuosa sinergia tra le istituzioni e le associazioni del terzo settore.

È da diversi anni che la politica ha commissariato la struttura che oggi è desolatamente chiusa, in dissesto per una parte e senza prospettiva alcuna.

Tutto questo accade “nonostante” i commissari, più di uno si sono succeduti per oltre 5 anni, sempre indicati dai partiti politici e dal MIUR.

Tutto questo sta facendo sprofondare in un abisso il Martuscelli.

Una gallina dalle uova d’oro, mi ripeteva la responsabile amministrativa. Uova rappresentate da proprietà immobiliari, case, box auto, locali commerciali che venivano vendute o forse più probabilmente svendute agli “amici degli amici”.

Così, senza vergogna di nessuno, senza timore di essere scoperti.

Sempre nel rispetto formale delle regole, quali e a chi giovassero è tutto da definire.

Nel frattempo, l’istituto Martuscelli va deteriorandosi divenendo sempre più un indifendibile bene pubblico che, prima o poi, bisognerà vendere (svendere) al miglior offerente.

In questo contesto non ho provato nessuna sorpresa nell’apprendere dalla newsletter della unione italiana ciechi e ipovedenti di Napoli che sono stati appena pubblicati i bandi per la dismissione di altri immobili di proprietà dell’istituto Martuscelli.

E, subito dopo, della notizia di un concerto di beneficenza per raccogliere fondi per la biblioteca, cito testualmente, “auspicabilmente, per riparare le coperture dell’edificio dell’istituto”.

Senza entrare nel merito di una raccolta fondi che dovrebbe essere così cospicua da consentire di racimolare diverse centinaia di migliaia di euro che nessun concerto può immaginare di realizzare mi interessa sottolineare quanto segue.

Il piano di dismissione degli immobili procede allegramente, la “visione” della governance attuale per il recupero è rappresentata da un concerto a trenta euro a ingresso e dall’”auspicio” che questo possa restituire un tetto a una struttura che dovrebbe intercettare un piano di azione del PNRR piuttosto che un teatro cittadino.

Da oltre quattro mesi ho consegnato al ministro del mezzogiorno, al sindaco di Napoli ed agli assessori competenti un piano di rilancio della struttura redatto a più mani con docenti universitari, fondazioni bancarie ed associazioni.

Nessuna risposta da parte del ministro responsabile che è quello dell’istruzione.

Un silenzio assordante ed esplicito al tempo stesso: vendere, vendere, vendere facendo anche finta di occuparsi di qualcosa.

A breve, c’è da scommetterci, la vendita anche del prestigioso istituto.

A chi e perché è facile prevederlo.

Nel frattempo: musica maestro!

Antonio Nocchetti