La vivace discussione che si era aperta intorno alla agenda Monti forse offre finalmente lo spunto per trasferire alla politica la capacità di entrare nel merito dei problemi. Ci piace sottolineare il dato positivo di una politica che smette di parlare e di vaneggiare intorno a sogni impossibili ed affronta il mondo del possibile. Raccogliamo questa sfida e proviamo ad entrare nel merito di una questione che il professor Monti non ha ritenuto meritevole di attenzione: la disabilità. Il primo impegno di un candidato premier “giusto” (come recita lo slogan del partito democratico) dovrebbe essere quello di istituire una anagrafe della disabilità che, sembra incredibile, non esiste ancora. La anagrafe avrebbe il merito e l’onere di consegnare agli amministratori una precisa descrizione del mondo della disabilità che oggi è affidata a notizie e cifre disorganiche. E’ evidente a chiunque il vantaggio in termini di efficienza per le politiche sociali che non avrebbero più alibi per le loro inadempienze. Purtroppo il dimissionario governo dei tecnici ha assunto una serie di decisioni che vanno in direzione contraria ai bisogni essenziali degli oltre 2 milioni di disabili italiani. Dalla introduzione della indennità di accompagnamento nella revisione dell’Isee che ha portato alla caduta di un baluardo della difesa dei diritti dei disabili alle promesse non mantenute per il finanziamento del fondo per i non autosufficienti. A questi assurdi provvedimenti si è aggiunta in questi giorni la decisione dell’Inps di revocare le “ricche” pensioni di invalidità di euro 275,87 al mese del coniuge disabile il cui reddito familiare lordo supera i 16127,30. Questo ulteriore segnale rappresenta un assurdo vulnus per i disabili con invalidità totale in un momento di vacatio del governo e si inserisce coerentemente nella sequela di decisioni che il governo Monti aveva assunto con l’avallo delle forze politiche che lo sostenevano. Non ci interessa ricordare come trovare nelle pieghe della legge di stabilità i 400 milioni più volte promessi per i disabili gravissimi sarebbe stato semplice se il beneficiario fosse stato una banca (Monte dei Paschi) o una lobby (sale da videopoker) ma piuttosto provare a comprendere i motivi di questa terribile disattenzione. Purtroppo il governo dei tecnici è riuscito anche, nell’ambito della scuola per i disabili, a peggiorare la qualità della integrazione con una riduzione dei fondi per l’inclusione a livelli mai visti prima (circa 20 euro all’anno per alunno) continuando a non “vedere” i bisogni degli alunni disabili cresciuti oltre le 210.000 unità. La inerzia del governo, confermata dalla sua agenda, nei confronti della disabilità, impressiona anche per gli annunci fatti dallo stesso Monti riguardo la presunta futura sostenibilità del sistema sanitario nazionale. In questo scenario chiedersi quale idea di welfare hanno i partiti politici italiani giusti non dovrebbe apparire una domanda capziosa. Nel merito di tali questioni vedremmo con piacere svilupparsi un dibattito pre-elettorale. Senza pregiudizi ma nell’interesse dei più deboli.

Antonio Nocchetti
presidente associazione Tutti a Scuola ONLUS