la Repubblica – 26/10/2005

Handicap, diritto allo studio in gabbia

di ILARIA GIORGULLI

La manifestazione di Roma ROMA – Una sedia a rotelle chiusa in una piccola gabbia azzurra. Una minuscola prigione, simbolo di un problema sempre più grande e che riguarda, in Italia, più di 165 mila alunni con disabilità che frequentano la scuola pubblica. Così, con una manifestazione dai toni forti che si è svolta ieri a Roma, in piazza Ss. Apostoli, il coordinamento genitori napoletani “Tutti a scuola” ha deciso di portare all’attenzione del ministero dell’Istruzione e dei cittadini la situazione scolastica dei bambini con disabilità.

Poco sostegno, difficoltà di integrazione e un ministero dell’Istruzione poco sensibile nei confronti di chi si trova a dover affrontare barriere fisiche e pregiudizi.
“In questo momento stiamo rappresentando tutti i gli alunni disabili d’Italia, che ogni anno vivono nelle scuole pubbliche una situazione di grandissima difficoltà – dice Toni Nocchetti, portavoce del coordinamento. Un problema che ha radici lontane, in un decreto dell’allora ministro dell’Istruzione Berlinguer, il 331/98. Il decreto istituiva il numero di insegnanti specializzati in base ad un mero rapporto numerico, uno ogni 138 alunni disabili. Oggi chiediamo l’immediata abrogazione del decreto Berlinguer e un rapporto insegnante bambino 1:1, che è il minimo per permettere ai piccoli di affrontare un percorso di studi sereno. Un altro problema che portiamo all’attenzione del ministro riguarda la continuità didattica: gli alunni hanno bisogno di avere un insegnante qualificato che li segua quanto meno durante un ciclo scolastico”.

Una situazione grave, alla quale, negli ultimi tempi i genitori dei ragazzi disabili stanno cercando di mettere rimedio, facendo ricorso ai tribunali. Un percorso non facile e sicuramente lungo, spiega Nocchetti, ma che ha già dato risultati positivi. “Abbiamo iniziato lo scorso anno a presentare una serie di ricorsi alla magistratura – dice il portavoce – e abbiamo vinto tutte e 19 le volte. Il che vuol dire che 19 bambini hanno potuto vivere un anno scolastico con un insegnante a disposizione, com’è nel loro pieno diritto”.

Tanti i genitori in piazza, quasi tutti con un figlio disabile, decisi a difendere un diritto, quello allo studio, troppo spesso negato ai loro ragazzi. “Mia figlia è una bambina down – racconta una mamma – e può contare su 11 ore di sostegno a settimana, sulle 30 che passa a scuola: il resto del tempo lo trascorre con la sua classe, ma anche per le maestre di ruolo è difficile portare avanti due programmi nello stesso tempo”.

E quella gabbia, nel centro della piazza, racchiude con la carrozzina l’amarezza di quanti, ogni giorno, lottano per una scuola davvero per tutti e che sperano, anche attraverso manifestazioni come quella di oggi, di liberare i ragazzi disabili dalla prigione dell’indifferenza.