la Repubblica – 03/03/2009

Come appare evidente dai primi dati provenienti dal ministero della istruzione la stragrande maggioranza delle famiglie italiane avrebbe optato per i loro figli per un tempo scuola prolungato.
Se un attento esame della volontà espressa al momento dell’iscrizione nella scuola primaria dovesse confermare le prime impressioni ci troveremmo di fronte ad un fatto di rilevante importanza e di evidente imbarazzo per il ministro Gelmini.
La scuola “fai da te” con gli orari personalizzati ( 27, 30, 40 e tempo pieno) su misura per le esigenze delle famiglie italiane avrebbe mostrato totale sfiducia nel modello del maestro unico con appena il 3% di consensi.
Sarà adesso interessante scoprire le scelte del ministro in carica e verificare cosa farà per “accontentare” questa plebiscitaria richiesta di un tempo scuola protratto.
Una classe politica di governo così sensibile ai sondaggi dovrà in qualche modo trovare una via di uscita ad una volontà espressa così chiaramente per non correre il rischio, soprattutto in periodo pre-elettorale, di una diffusa caduta di consensi.
Dalla lettura della manovra finanziaria riguardante la scuola riteniamo non esistano grandi margini per una risposta affermativa alle migliaia di famiglie italiane che chiedono un modello di scuola pubblica così diverso da quello frettolosamente mandato in soffitta dal governo Berlusconi.
In questo contesto il ruolo svolto dagli enti locali, con le regioni in prima linea , potrebbe essere determinante nel riequilibrare una offerta formativa così scarsa dal parte del governo nazionale.
In questa direzione sembra essersi mossa la regione Campania che nell’approvazione della legge finanziaria 2009 ha previsto come misure di sostegno alla scuola risorse pari a 15 milioni di euro nelle prossime tre annualità.
L’articolo 2 della legge di bilancio regionale è rivolto infatti prioritariamente al rafforzamento e qualificazione del tempo scuola nella scuola primaria .
Quante scuole potranno e sapranno utilizzare queste risorse aggiuntive messe a disposizione dal governo regionale?
La direzione scolastica regionale ha un progetto chiaro che preveda “più scuola”, soprattutto nei contesti di maggiore disagio socioeconomico?
Sono interrogativi urgenti soprattutto alla luce della scelta delle famiglie italiane di mantenere una scuola primaria ai livelli qualitativi di eccellenza che le competono.
Lo sono ancora di più perché provengono da una regione che ha un bisogno assoluto di riprendere dalla scuola un percorso virtuoso che possa avvicinare i livelli formativi dei suoi giovani a quelli del resto del paese.

Antonio Nocchetti