Redattore Sociale – 13/01/2013

Il presidente Nocchetti:  “Inaccettabile che la terza città di Italia non possa garantire ai ragazzi disabili un servizio di trasporto”

NAPOLI – Negato il diritto alla scuola per 100 alunni disabili. La denuncia arriva dall’associazione Tutti a Scuola di Napoli, indignata per le inefficienze del servizio di trasporto scolastico affidato alla partecipata municipalizzata ‘Napoli sociale’. “È inaccettabile – sottolinea il presidente della onlus, Antonio Nocchetti – che la terza città di Italia non possa garantire ai ragazzi disabili un servizio di trasporto, peraltro limitato a soli 100 alunni, che potremmo definire addirittura ‘privilegiati’ visto che sono circa 12.000 complessivamente gli studenti disabili a Napoli”. Il paradosso che sottolinea Nocchetti, in tempi di spending review, è il costo esorbitante di un servizio che di fatto non funziona. “Oltre 12 milioni di euro – spiega il responsabile dell’associazione – assorbono gran parte delle risicate risorse che il comune dedica alle politiche sociali, già falcidiate dalle scelte dei governi centrali. Dodici milioni di euro all’anno per un servizio di trasporto scolastico e per il delicato compito di assistentato materiale per un numero indeterminato di alunni disabili rappresentano una cifra da guardare con grande rispetto”.

Molti i dubbi sulla gestione dell’azienda Napoli Sociale nelle parole di Nocchetti: ”La storia di questa municipalizzata è paradigmatica delle pesanti eredità che la giunta de Magistris ha ricevuto dalle amministrazioni di centro sinistra ma getta ombre inquietanti sulle capacità gestionali di quella attuale. L’ultima novità  è che i pulmini non partono perché non ci sono i soldi per pagare l’assicurazione, ma le difficoltà di cassa da sole non giustificano lo scollamento di una azienda che se fosse amministrata con una vocazione diversa sarebbe già miseramente fallita. Bisognerebbe dismettere il servizio e pensare a soluzioni alternative, soprattutto per l’assistenza scolastica materiale. Servizio oggi assente in molte scuole, in cui ci si trova davanti a situazione penose: bambini sporchi di pipì che non vengono accuditi o non riescono a consumare una merendina”.

Una prima soluzione sarebbe quella di prevedere un aumento degli stipendi per lo stesso personale scolastico, attraverso una modifica al contratto di lavoro nazionale. Poco più di 200 euro al mese, secondo le stime della onlus, basterebbero a prevedere tra le mansioni dei bidelli quella di occuparsi dei bambini disabili, consentendo allo stesso tempo un risparmio di oltre 8 milioni di euro per i contribuenti, soldi che potrebbero essere destinati ad altro. Ma la situazione è molto più intricata di quanto si possa immaginare e riguarda gli stessi requisiti di accesso ai servizi. “Quanti bambini hanno davvero diritto al trasporto e all’assistenza a Napoli? E secondo quali criteri? Quante scuole sono coperte e qual è il rapporto tra assistenti materiali e alunni?”: tutti interrogativi che il presidente di Tutti a Scuola, nominato ufficialmente peraltro proprio dal sindaco De Magistris “esperto di disabilità”, ha posto all’amministrazione comunale, senza averne finora risposta.