Unitalsi – 06/01/2005

L’Unitalsi della sezione campana ha scelto di essere al fianco e se possibile di sostegno, al Coordinamento dei genitori. Ad Antonio Nocchetti chiediamo di approfondire le motivazioni che lo hanno spinto ad impegnarsi in questo “movimento”.

Antonio Nocchetti: Il coordinamento nasce circa un anno e mezzo fa, in relazione ad una risposta del bisogno di bambini disabili : essere considerato, all’interno della classe di una scuola, non un elemento da sopportare o “qualcosa” da includere necessariamente, ma un bambino! Con i relativi bisogni di affettività e la necessità di relazionarsi con gli altri. In altre parole, il coordinamento nasce in base al bisogno vitale di ogni bambino di vivere e crescere insieme agli altri.

Quali saranno i metodi di intervento previsti per rendere evidente il coordinamento e la sua attivita?

Giancarlo Marzano: Abbiamo dato inizio, nel mese di giugno, ad una raccolta di firme attraverso la quale chiediamo il riconoscimento del mantenimento di una la legge di integrazione scolastica, la legge n. 517/77. Ad ottobre abbiamo consegnato queste firme al Prefetto di Napoli, per rappresentare che non è solo un’esigenza dei bambini e dei genitori di bambini diversamente abili, ma che al nostro fianco c’e anche tanta altra gente che ha conoscenza del problema. Avremo poi un’altro momento dove parteciperemo ad una trasmissione Rai che racconta cronache e testimonianze di vita, in onda la Domenica mattina su RAI 1, dove andremo a presentare le nostre iniziative e spiegheremo i motivi che ci uniscono in questo coordinamento. Vogliamo, inoltre, sottolineare anche l’importanza dell’accesso del bambino diversamente abile a scuola. Occorre insistere sull’abbattimento delle barriere architettoniche, ambito di competenza dei Comune di Napoli e quindi dei vari comuni. Il bambino, per essere integrato nella scuola, deve comunque poter accedere all’edificio scolastico. Il problema delle barriere architettoniche è un disagio che molte scuole oggi hanno ancora.

Dunque una serie di iniziative ed attivita ben mirate e che state ulteriormente mettendo a punto. Anche l’Unitalsi ha scelto, in questi ultimi anni, di essere fortemente e quotidianamente impegnata nell’ambito sociale relativo alla disabilità, all’handicap, alla sofferenza. Però di fatto, soffriamo dello stesso problema ci muo viamo in un settore dove per anni le mentalità correnti la cultura del tempo hanno coperto la disabilità, hanno oscurato l’handicap, la malattia quasi fosse una vergogna da non mostrare. Fortunatamente i tempi sono cambiati, anche se in maniera diversa dal nord al sud da est a ovest, eppure viviamo ancora in una condizione dove la disabilità va guardata con molta diffidenza, con molta difficoltà. Insomma operiamo sullo stesso piano; voi ne avete scelto uno specifico, noi molto più ampio. Come, partendo da Napoli, possiamo offrirvi la nostra collaborazione?
Bruno Francesca: Noi, come coordinamento genitori d Napoli – tutti a scuola, rivendichiamo diritti difesi dalla Costituzione, difesi da una legislazione esistente che nel tempo, ha permesso l’inserimento dei diversamente abili e gli alunni in situazione di handicap nella scuola e he permesso che venissero date delle opportunità di educazione e di istituzione; forze non ritrovabili nella legislazione di altri paesi. Da una certa data in poi invece, c’e stata un regressione, perche ci sono state delle scelte legislative che sottopongono questa integrazione ad un puro rapporto numerico nel sostegno che viene dato agli alunni nella scuola. La riduzione dei costi, affermata anche dal decreto Moratti sulla riforma della scuola, continua a seguire la strada di penalizzazione dei nostri figli e degli alunni diversamente abili. Ciò che rivendichiamo è solamente che questo diritto stabilito in precedenza venga assolutamente ripristinato, abolendo tutte le norme che sono contro il diritto all’istruzione e alla qualità dell’integrazione scolastica nei nostri istituti.

Come, con l’Unitalsi, appoggiare questo discorso?

Auspichiamo che una organizzazione con una così vasta diffusione sul territorio, sia cassa di risonanza; faccia cioè sapere che questi diritti, che oggi vengono lesi, cioe l’integrazione scolastica ed il sostegno, sono una delle tante strade in discesa che i diversi governi che abbiamo avuto da un certo periodo a questa parte hanno scelto: tagliare i costi e quindi penalizzare le fasce più deboli della società. Per cui il valore aggiunto che l’Unitalsi ci può dare e la sua grandissima organizzazione sulla quale possiamo appoggiarci dal punto di vista della coscienza e della diffusione delle nostre esigenze e la possibilità attraverso la vostra associazione, di -aggiungere le migliaia di persone con la sua straordinaria azione di volontariato.

Un impegno che non deve solo commuovere, un impegno concreto, perchè si finalizza nel realizzare la presenza a scuola di tutti i bambini. Per le necessità giuridiche, come potete rispondere?

Antonio Nocchetti: “Perchè non ci volete più!” è il nostro slogan. E’ lo slogan che urlano i bambini, lo urlano i genitori e lo urlano i bambini disabili. A questa indifferenza noi rispondiamo con iniziative originali. Si è inoltre costituito, grazie alla disponibilita di alcuni avvocati, uno studio legale che gestisce a titolo totalmente gratuito tutti i ricorsi, come l’ex. art. 700 procedura di urgenza, nei quali i genitori, possono trovarsi uno spazio, purtroppo giuridico, per vedere riconosciuto non un diritto, ma un bisogno. La centralità del nostro argomento: è sempre il bambino.
Questo è l’obiettivo del coordinamento dei genitori: tutti a scuola! Il diritto all’esistenza del bambino è il punto nodale; perchè questo diritto possa essere garantito attraverso modelli educativi, di qualità dell’ insegnamento, dell’istruzione, delle risorse, e tutto un discorso da fare e da riprendere insieme all’Unitalsi. Da questo punto di vista invitiamo il governo a rivedere il bilancio dell’esercizio del finanziamento dello Stato, circa proposte che sono inaccettabili: come per esempio l’incentivo statale per l’acquisto dei decoder oltre alle spese che il Ministero dell’Interno eroga per l’ordine pubblico per ogni domenica di campionato. Ma potremmo andar avanti ancora, con una lista di spese inaccettabili. Quindi l’obiettivo del coordinamento è tentare di mettere in ordine un mondo capovolto. Se si parte dai bambini, si parte dai bisogni primari perche, i bambini costituiscono il futuro. Noi riteniamo che in un mondo capovolto i soldi ci sono per altre cose. In un mondo dritto i soldi e la condivisione delle ricchezze trovano nel bambino un momento di sviluppo. Quindi non è una battaglia per i bambini ma per la società, della quale tutti i bambini ne avranno un giovamento. Di questo, come coordinamento ne siamo convinti, ed è il motivo per il quale nel coordinamento fanno parte anche genitori di bambini “normali “.

Francesco La Palombara