la Repubblica – 03/05/2009

Quanto sta accadendo intorno e dentro al mondo della scuola merita probabilmente un approfondimento.
La lunga stagione di proteste sembra essersi esaurita senza significativi risultati: i tagli agli organici ( oltre 42000 ) in larga misura riguardanti le regioni meridionali sono tutti confermati dal ministro Gelmini. Anche l’Abruzzo non ne sarà escluso nonostante i ripetuti viaggi rassicuranti del ministro.
Nel frattempo abbiamo assistito alla spettacolare ma infruttuosa protesta dei dirigenti scolastici che si sono visti sottrarre gli esigui fondi di istituto ( circa 72 milioni ) con i quali le singole scuole provvedono, in maniera incompleta, ai fabbisogni essenziali.
Di pari passo procedono decisioni imbarazzanti riguardanti l’organizzazione didattica che peggioreranno sensibilmente la qualità del tempo scuola per gli alunni disabili come la abrogazione dell’obbligo allo sdoppiamento delle classi con più bambini disabili. Il risultato sarà la formazione di classi con almeno 3 bambini disabili.
Anche i figli dei migranti iscritti nelle nostre scuole continueranno a non trovare mediatori culturali ma per loro il governo ha pensato di stabilire tetti di presenza o, come la Lega invoca da tempo, delle condizioni di “discriminazione positiva transitoria” altrimenti dette classi differenziali.
Nei prossimi giorni si sta profilando anche la possibilità, in conseguenza dell’approvazione del DDL sulla sicurezza in discussione al Senato, che i dirigenti scolastici vengano trasformati in tutori dell’ordine pubblico. La conseguenza sarebbe che ad essi ricadrebbe l’obbligo della denuncia all’autorità giudiziaria per la presenza nella loro scuola di bambini figli di immigrati clandestini.
E’ difficile esprimere un giudizio positivo su quanto sta avvenendo; è tuttavia molto semplice, non semplicistico , osservare che la lenta disgregazione della scuola pubblica è un obbiettivo primario della attuale maggioranza di governo.
Il mondo della scuola non è senz’altro immune da responsabilità ed, ogni volta che il ministro Brunetta declama i dati sulla riduzione delle assenze per malattia, sembra ricordare agli italiani che la scuola è abitata da professori, bidelli e studenti fannulloni…
Noi abbiamo invece la sensazione che tutto questo risponda ad un piano ben orchestrato di delegittimazione del valore dell’istruzione come diritto universale.
Sono tempi difficili per chi ritiene che il cemento di una comunità civile sia rappresentato anche dal diritto ad avere scuole sicure ( chi ricorda più i tagli ai fondi per la messa in sicurezza delle scuole voluti da Tremonti ? ), scuole ricche di risorse e solidali con chi fa più fatica.
Saranno tempi ancora più difficili quando prenderanno corpo i decreti attuativi della legge sul federalismo fiscale che, ben lungi dall’interessare privilegi acquisiti come quelli delle province autonome, si tradurranno in una formidabile ghigliottina per le scuole delle regioni più svantaggiate del paese.
In tale contesto ci avviamo distrattamente alla ennesima consultazione elettorale senza accorgerci che nelle liste del popolo della libertà ci sarà l’ex ministro della giustizia del governo Prodi Clemente Mastella…
Antonio Nocchetti