Scuola, sentenza della Consulta mette a rischio i tagli di Tremonti
La Repubblica – 27/02/2010
La Consulta rischia di fare saltare i tagli di Tremonti sulla scuola: per gli alunni disabili gravi non si possono mettere limiti al numero di insegnanti di sostegno. E’ il parere della Corte costituzionale che considera non in linea con i principi della Carta due commi (il 413 e il 414) dell’articolo 2 della Finanziaria per il 2008. In poche parole, i tagli intervenuti l’anno scorso e due anni fa sull’organico di sostegno sono incostituzionali. Per le associazioni di alunni disabili, in piazza anche tre giorni fa, si tratta di una vittoria.
“La politica condanna i disabili”, dicono quelli di Tutti a scuola. Secondo l’associazione che riunisce i genitori di portatori di handicap, la politica condanna i diversamente abili a “non avere insegnanti di sostegno, alla mancanza di continuità didattica, ad avere dirigenti scolastici e insegnanti incompetenti e non aggiornati, alle barriere architettoniche che impediscono di frequentare la scuola, a non avere l’assistenza igienica necessaria, all’assenza di strutture in cui crescere e vivere e ad essere dimenticato”. Una denuncia forte che ora può contare dell’importantissima sentenza dello scorso 22 febbraio.
Il pronunciamento, a questo punto, potrebbe riaprire le porte delle aule scolastiche ad un numero considerevole di docenti di sostegno, variabile fra le 10 e le 20 mila unità. Ipotesi che farebbe saltare completamente i conti di Tremonti, deciso a tagliare 87 mila cattedre, e 8 miliardi di euro, in tre anni. La vicenda inizia due anni fa. Il governo Prodi, visto il continuo ricambio di docenti di sostegno per effetto della precarietà degli stessi, decide di stabilizzarne l’organico. Dalle 45 mila, in tre anni, l’organico di diritto salirà a 60 mila unità. Ma, contemporaneamente, stabilisce che gli uffici scolastici regionali non potranno più assegnare posti in deroga ai soggetti gravi: la norma, prevista dalla legge sulla tutela dei disabili, che obbliga ad assegnare un docente di sostegno ad ogni disabile con gravi patologie ma che, non essendo controllabile, fa saltare tutti i conti sul personale.
Dopo pochi mesi, il governo Prodi cadde e il suo successore, nonostante cominciasse a mostrare i suoi limiti, si guardò bene dal modificare la norma. E quest’anno, a fronte di una aumento di oltre 5 mila alunni disabili, l’organico è calato di oltre 400 posti: passando da 90.882 a 90.469 posti. Risultato: parecchi alunni disabili, anche in grave situazione, hanno visto calare le ore dedicate loro dall’insegnante di sostegno. A sollevare la questione di legittimità costituzionale è stato il, Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, al quale si erano rivolti i genitori di una bambina di scuola materna affetta da “ritardo psicomotorio e crisi convulsive da encefalopatia grave” alla quale le ore di sostegno furono addirittura dimezzate.
Le nove pagine di provvedimento fanno il lungo elenco dei principi costituzionali violati dalla norma, che costringeranno per il prossimo anno la coppia Gelmini-Tremonti a rivedere la circolare sugli organici di prossima emanazione. Sono ben 8 gli articoli disattesi dalla norma che pone un tetto ai prof di sostegno. Da tali violazioni deriverebbero “l’impossibilità per il disabile grave di conseguire il livello di istruzione obbligatoria prevista, quello superiore e l’avviamento professionale propedeutico per l’inserimento nel mondo del lavoro”, sono “in contrasto con i valori di solidarietà collettiva nei confronti dei disabili gravi”, ne impediscono “il pieno sviluppo, la loro effettiva partecipazione alla vita politica, economica e sociale del Paese” e introducono “un regime discriminatorio illogico e irrazionale che non tiene conto del diverso grado di disabilità di tali persone, incidendo così sul nucleo minimo dei loro diritti”.
di Salvo Intravaia