La Repubblica – 11/02/2011

“La domanda presentata non è accolta” ha scritto la dirigente scolastica dell’istituto paritario Sacro Cuore (delle suore Betlemite), di via Bernardo Cavallino. Una sentenza che allontana dalla scuola un ragazzino disabile, un dodicenne autistico che al Sacro Cuore avrebbe voluto frequentare la terza media, nel prossimo anno scolastico, dopo aver fatto qui anche le classi precedenti. Ma Suor Grazia Di Domenico, la responsabile dell’istituto, ha rifiutato l’iscrizione. E i genitori del ragazzino hanno chiamato la polizia: “Siamo di fronte ad un’evidente discriminazione”.
Non c’è posto, al Sacro Cuore, per i piccoli disabili ai quali andrebbe garantito il sostegno. Ma il Sacro Cuore non è una scuola qualsiasi. Non solo si tratta di un istituto religioso, ma di un paritario: una scuola, cioè, che deve adeguarsi agli standard di quelle pubbliche, ne deve seguire le regole, dai contratti per i lavoratori ai diritti degli studenti (solo a queste condizioni le scuole paritarie ottengono i contributi statali). E l’iscrizione di un alunno alla classe successiva, soprattutto se si tratta di scuola dell’obbligo, non è possibile metterla in discussione. A maggior ragione se lo studente è disabile.
Così il padre del ragazzino ha sporto denuncia. È andato al commissariato dell’Arenella e ha raccontato ogni cosa agli agenti di polizia, dopo che quegli stessi agenti erano intervenuti a scuola in seguito alla sua chiamata. “Proprio in presenza dei poliziotti – racconta il padre – la responsabile della scuola ha affermato che non vuole iscrivere mio figlio perché non ha insegnanti di sostegno. E non ha intenzione di assumerne”. Di più: nella denuncia si racconta che alla famiglia dell’alunno è stato chiesto di metter mano al portafogli per pagare il sostegno. “Mi hanno detto che la scuola avrebbe accettato mio figlio solo nel caso in cui io sarei stato disposto a pagare di mia tasca la somma di 1500 euro per lo stipendio dell’insegnante di sostegno”.

(Bianca De Fazio)