Redattore Sociale – 09 marzo 2011

A lanciare l’allarme per la situazione della disabilità nel nostro Paese è l’associazione Tutti a scuola, che oggi a Napoli ha manifestato contro i tagli alle politiche sociali e le ultime dichiarazioni di Berlusconi sulla scuola pubblica

NAPOLI, la manifestazione dell’Associazione Tutti a scuola

NAPOLI “Il pericolo per i nostri figli è la politica e non la scuola”. A lanciare l’allarme per la situazione della disabilità nel nostro Paese è l’associazione Tutti a scuola, che oggi a Napoli ha manifestato contro i tagli alle politiche sociali e le ultime dichiarazioni di Berlusconi sulla scuola pubblica. “Al presidente del Consiglio ha spiegato Antonio Nocchetti, presidente della onlus che ha dichiarato che la scuola pubblica sarebbe un pericolo per i nostri figli, vogliamo ricordare che il 98% dei bambini disabili frequenta la scuola statale. Dunque, la scuola dell’integrazione è la scuola pubblica”. La protesta si è svolta davanti alla sede della regione Campania, al cui massimo rappresentante, il presidente Stefano Caldoro, il Coordinamento di genitori di bambini disabili di Napoli ha chiesto il rispetto degli impegni presi all’indomani della sua elezione, completamente disattesi dopo ben 340 giorni di governo.

“Siamo qui dopo un anno ha detto Nocchetti per chiedere ragione delle inadempienze da parte delle istituzioni, perché non si possono assumere impegni formali verso i disabili e le loro famiglie e poi non mantenerli. All’epoca abbiamo posto a Caldoro sei domande: a nessuna di queste, compresa la semplice istituzione di un tavolo con le associazioni per la definizione di linee guida sull’integrazione scolastica, è seguita risposta. Per contro, dopo oltre 340 giorni, abbiamo assistito alla riduzione delle ore di sostegno nella scuola, alla diminuzione delle terapie riabilitative nei centri, alla lenta e strisciante espulsione dei giovani disabili dai semiconvitti, alla revisione dei criteri di invalidità, per citare solo alcuni avvenimenti, che denotano la incresciosa dissoluzione dello stato sociale in Italia. Un impoverimento del welfare che, come noto, è ancora più grave al sud, e, in particolare, in Campania”.

Tra le richieste che la onlus avanza da tempo alla regione c’è anche quella di istituire un’anagrafe dei disabili, che in Campania, uno dei rari casi in Italia, non esiste. La misura dei tagli alle politiche per i più deboli in Campania è anche stampata a chiare lettere sui manifesti che hanno accompagnato la protesta di oggi. Il governo Berlusconi nel 2011 ha investito 22 milioni di euro, esattamente la metà dell’anno scorso (quando erano 44). E ancora sui cartelli i cittadini stamattina hanno potuto leggere i numeri della politica da Prodi a Berlusconi’: il fondo nazionale ha subito una riduzione del 70% dal 2009 ad oggi, il fondo per le famiglie dell’84%, mentre quello destinato alla non autosufficienza è stato completamente azzerato. “Più che governo del fare’ ha concluso il responsabile di Tutti a scuola questo è il governo di farsi i fatti propri’. Nessuno vuole occuparsi dei disabili, per questo oggi siamo in piazza e saremo, anche se solo idealmente, a Roma per la mani festazione nazionale in difesa della scuola pubblica e della costituzione”. (mn)