ilmattino

Alla fine della legislatura il Miur ha, finalmente, disposto la creazione di una banca dati degli alunni disabili nella scuola pubblica italiana. Con la nota n.4 del 3 gennaio 2018 in extremis il ministero dell’istruzione prevede infatti la creazione di una anagrafe scolastica che nel nostro paese manca da sempre. Eppure eravamo stati i primi in Europa a chiudere le classi differenziali e da circa 20 anni (era ministro Giovanni Berlinguer) esperti ed associazioni chiedevano si compiesse questo indispensabile  passo in avanti. La possibilità di disporre dei dati singoli degli alunni disabili e dei PEI (piani educativi individualizzati) che la scuola definisce per ciascuno rappresenta infatti un requisito essenziale per la qualità del tempo scuola. In questo modo sarà possibile costruire e programmare interventi adeguati ai bisogni degli alunni disabili. Dalla costruzione di una anagrafe “qualitativa” che le scuole dovranno approntare l’inclusione scolastica e le politiche di welfare si gioveranno a vari livelli. La possibilità, ad esempio, di incrociare i dati ottenuti con quelli delle Asl fornirà ulteriori strumenti ad una politica distratta per garantire una qualità di vita migliore agli oltre 245000 studenti disabili. La creazione di un fascicolo per ogni alunno disabile, lo affermiamo da molti anni, dovrebbe “costringere” la politica ad occuparsi di una parte del mondo che è stato relegato in un mondo a parte. Il limite di questa vicenda è la indeterminatezza: le scuole sanno che dal 15 gennaio potranno iniziare il lavoro di raccolta dati ma non è dato conoscere il termine e, particolare non trascurabile, le eventuali sanzioni per le istituzioni scolastiche che non collaboreranno. La possibilità di ritrovarsi tra 20 anni con l’ennesima buona intenzione senza conseguenze reali è molto alta. Speriamo che la prossima legislatura abbia la capacità e la sensibilità per un’azione concreta. Un Parlamento che sui temi fondamentali del vivere civile, la scuola dei disabili è tra questi, sia capace di superare liti di parte e pregiudizi, è quello di cui hanno necessità le famiglie dei nostri bambini più fragili.

Auguriamoci che accada.

Antonio Nocchetti