Il governo Renzi, De Luca e i disabili
Il governo Renzi, De Luca e i disabili
Quali scelte sta operando il governo Renzi sulla disabilità?
A questa domanda la risposta non può che essere esplicita: poco o niente.
Eppure l’esordio era stato clamoroso con il premier sotto una doccia gelata a testimoniare solidarietà alla ricerca per lo studio di una terribile malattia neurologica.
Quanto sia necessario in Italia riportare l’attenzione della politica (e quindi delle risorse da utilizzare) sulla disabilità è evidente a chiunque viva o si relazioni con una famiglia che accoglie un disabile non autosufficiente in un Paese che sta progressivamente impoverendosi. Quanto poi questo sia vero nel mezzogiorno lo attestano tutti gli istituti di ricerca (vedi ultima relazione censis) e la fatica infruttuosa del Parlamento nel definire e realizzare su tutto il territorio nazionale i lea ed i liveas. Da queste premesse e per la concomitante presenza ai vertici dello stato (presidente repubblica, senato e camera) di persone che hanno più volte dichiarato una stretta vicinanza e solidarietà ai disabili le aspettative sono state fino ad ora ampiamente disattese. Paradigmatico l’esempio della legge sull’autismo auspicata proprio da Mattarella che appare come una beffa perché priva totalmente di risorse economiche. Si tratta di una questione così imbarazzante che non merita commenti aggiuntivi. Che dire poi del discusso decreto sulla buona scuola che esclude risorse supplementari di insegnanti di sostegno ma solo stabilizzazioni legate a scelte operate dai governi precedenti (ministro Carrozza) o dettate dai pronunciamenti dei tribunali. In questo ambito la ipocrisia sembra regnare sovrana e, pur professando le forze politiche una disponibilità comune a difendere il modello di scuola inclusivo, nei fatti la politica sceglie di non costruire le condizioni essenziali perché la scuola possa accogliere, sostenere e guidare gli oltre 240.000 alunni disabili. Con l’abolizione delle province le famiglie degli alunni disabili sono alle prese con un altro paradosso in quanto la legge n.56/14 Del Rio non ha previsto il passaggio esplicito delle mansioni di assistenza scolastica e trasporto alle neonate città metropolitane. A seguito di questa “amnesia” dalla Lombardia ed altre regioni si stanno susseguendo da parte delle associazioni appelli al Governo per colmare un vuoto legislativo che avrebbe conseguenze terribili per gli alunni disabili delle scuole superiori. Quanto ci sia bisogno di una rinnovata attenzione ai disabili lo attestano anche alcune sentenze del Tar del Lazio che accogliendo i ricorsi di diverse famiglie in merito alla forzata inclusione della indennità di invalidità nel calcolo dell’Isee hanno aperto un altro fronte di contenzioso tra le famiglie e lo Stato. Anche su questo una pronuncia esplicita del governo Renzi dovrebbe assolutamente giungere per non costringere le famiglie dei disabili ancora una volta a districarsi in spese legali che hanno come unici beneficiari gli avvocati. In Campania il neo eletto presidente della regione dr. De Luca in apparente totale controtendenza a questo stato di cose ha già annunciato una significativa (ma purtroppo esigua) variazione di bilancio a favore della costituzione di un fondo dedicato alla disabilità. In tale contesto nazionale questa decisione appare tuttavia come una inversione di rotta verso una presa in carico da parte della politica dei bisogni dei soggetti più fragili. Non resta che attenderne con fiducia gli sviluppi nella speranza che finalmente anche la Campania possa rimettere al centro dell’agire della politica le persone più deboli. Grande sarebbe la delusione nello scoprire il gesto simbolico di de Luca come un efficace spot pubblicitario.
Toni Nocchetti