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di Toni Nocchetti
10 aprile 2018
Io credo di conoscere molti cittadini napoletani che sperimentano da anni che il debito è ingiusto come suggerisce lo slogan della prossima manifestazione promossa dalla amministrazione comunale. In fondo molti sono i debiti ingiusti, soprattutto se contratti da altri e a danno di molti. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la storia degli ultimi anni della nostra Repubblica sa che il debito pubblico rappresenta il maggior freno alle politiche di sostegno e di sviluppo e che tutti i governi hanno inevitabilmente fatto i conti con la realtà dei numeri. La questione del debito accompagna la storia della nostra giovane democrazia almeno quanto la ormai desueta questione meridionale ed ogni amministratore dovrebbe esserne a conoscenza. Se poi si amministra da oltre 7 anni e si viene eletti due volte di seguito con maggioranze significative e con delle squadre di assessori mai coinvolte in ruberie e saccheggi vari come in altre parti d’Italia, il dubbio che esista un debito ingiusto non dovrebbe mai esserci. I debiti sono debiti. Punto. Le amministrazioni hanno strumenti e modalità per affrontarli e la continuità amministrativa è un principio dal quale non si può (fino ad oggi in Italia) prescindere. In altre parole , se mi candido e mi ricandido ancora per amministrare la terza città d’Italia lo faccio con la serena e tenace idea di avere una visione ed una prospettiva che vada al di là del periodo di governo. Ed intanto governo.

L’amministrazione napoletana in questi 7 anni ha sicuramente mostrato il fiato corto sulle questione fondamentale del debito (mostruoso ed incolpevole) che ha ereditato, del quale il primo ed allora più vicino assessore al neo sindaco de Magistris , il professore Realfonzo, aveva prospettato una diversa soluzione. La visione di una amministrazione non si esaurisce, in condizioni così delicate, nella pratica onesta quotidiana che è condizione necessaria ma insufficiente quando la barca sta affondando lentamente. Il debito è ingiusto a mio modesto avviso per i cittadini napoletani che, tutti i giorni, come in un grande gioco di ruolo, provano ad utilizzare i mezzi pubblici con attese bibliche ed a scavalcare voragini e buche che spuntano come funghi. Il debito è profondamente ingiusto per i cittadini napoletani che chiedono, invano, di avere controlli e vigilanza da parte della polizia municipale che con organici invecchiati e ridotti, non riesce a garantire livelli minimi di vivibilità.

Il debito è grandemente ingiusto per tutti i giovani studenti disabili che si sono visti negare negli anni assistenza scolastica e trasporto con equilibrismi dialettici da parte dell’amministrazione che ne hanno profondamente, a mio parere, minato la sua credibilità. Il debito è sempre ingiusto per quanti vedono lo stato indefinibile di durata dei lavori di rifacimento delle grandi arterie cittadine (via Marina ad esempio). Il debito è sempre ingiusto per chi vorrebbe una città amministrata bene. Una città nella quale alla demagogia del pubblico difeso da tutto e tutti si possa, ad esempio, ipotizzare una sana commistione di interessi privati (es. Anm) che possano restituire ai cittadini un servizio oggi decisamente negato.

Secondo voi, un trasporto pubblico insufficiente è sempre da preferire ad un trasporto pubblico-privato efficiente? Cosa ne pensano gli assessori ed i consiglieri di maggioranza sarebbe interessante da scoprire prima di decidere di marciare in piazza contro il mondo «cattivo». Il debito è ingiusto, è sempre vero, ma non lo è per chi, scientemente, ha scelto di farsene carico oltre 7 anni fa come il sindaco e gli assessori. Gli unici che non dovrebbero scendere a manifestare contro i complotti ed i guasti di un mondo globalizzato sono proprio loro. In fondo se da circa 2.555 giorni sono a Palazzo a San Giacomo e l’unica prospettiva a questo orribile stato di cose sembra essere la vendita dello stadio al (peggior) offerente forse qualche responsabilità dovranno pure prendersela. La campagna elettorale, con i risultati che abbiamo visto, è finita ormai.