Come per un medicinale in via di sperimentazione, della riforma Moratti – almeno finora – si conoscono solo gli “effetti collaterali”: tagli generalizzati, confusione sui ruoli dei docenti, aziendalizzazione” dell’istruzione pubblica. I benefici per la scuola italiana, infatti, sono ancora sconosciuti. Soprattutto ai genitori e agli insegnanti, che, ieri, in molte città italiane – con l’appoggio della Flc Cgil – hanno dato vita a varie manifestazioni di protesta per l’abrogazione della legge delega 53/03, ìl ritiro del decreto attuativo n. 59 e la difesa degli organici. A Napoli, in piazza Carità, sono state messe in scena 5 mini-pièce teatrali che hanno rappresentato gli “effetti collaterali indesiderati” della riforma sulla scuola campana. Nel mirino, manco a dirlo, i tagli delle cattedre riservate agli alunni disabili, quelli al personale Ata, l’introduzione del tutor, la sicurezza delle aule. Tutte questioni che rappresentano i punti salienti della piattaforma su cui Cgil, Cisl e Uil hanno aperto una vertenza con l’Ufficio scolastico regionale.
«Se si pensa – afferma Antonio Nocchetti, responsabile del Coordinamento dei Genitori di Napoli – a quanto il ministero dell’interno, per esempio, spende ogni domenica per assicurare lo svolgimento dei campionati di calcio, i tagli alla scuola diventano davvero un aspetto paradossale. Siamo sconcertati. Inoltre, dalla Finanziaria arrivano solo notizie negative». Ad esprimere appoggio alle rivendicazioni per la difesa della scuola pubblica è anche l’assessore regionale, Adriana Buffardi: «Nel confermare la solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici in lotta per il miglioramento delle loro condizioni, mi auguro: spiega – una conclusione rapida della vertenza col ministero della Pubblica Istruzione. In tal senso mi sono mossa e continuerò nei prossimi giorni ad attivare iniziative per favorire soluzioni positive nell’interesse di tutti». Intanto, importanti. novità arrivano dal tribunale di Campobasso, che ha sospeso i tagli della riforma Moratti alle ore di sostegno per i bimbi diversamente abili. Il giudice Michele Russo, con un decreto urgente del 30 settembre scorso, unico in Italia, ha ordinato al ministero dell’Istruzione, all’ufficio scolastico del Molise; al centro servizi amministrativi di Campobasso, a all’istituto comprensivo del comune di Ripalimosani (CB) di assegnare provvisoriamente ad un alunno disabile 24 ore di lezione di sostegno alla settimana, invece delle 18 previste dal ministero. Il tribunale ha ritenuto insufficienti le ore assegnate dagli organi scolastici, per carenza di risorse economiche, riconoscendo all’alunna diversamente abile «il diritto all’educazione e all’istruzione». Il ricorso è stato presentato dall Uil-Scuola e potrebbe rappresentare un’importante precedente.