Giochi Senza Barriere
la Repubblica – 15/06/2008
Giochi senza barriere è una festa nata per regalare ai bambini disabili una giornata eccezionale come è eccezionale la loro vita.
Giochi senza barriere è anche una manifestazione, un modo civile di rappresentare all’intera classe politica la speranza che la disabilità debba essere riconosciuta come una priorità per tutti.
Quando cinque anni fa progettammo di “fare” una festa per i nostri figli non immaginavamo cosa sarebbe diventata; oggi sappiamo che insieme ai genitori di “tutti a scuola” la Caritas diocesana, la polizia, i vigili del fuoco, la guardia di finanza e l’Unitalsi desiderano ricordare che la disabilità rappresenta ancora una terribile “amnesia” della politica italiana.
La legislazione internazionale sui diritti dei disabili ha segnato nello scorso anno con l’approvazione della Convenzione ONU un importante passo avanti, a tutt’oggi si attende una ratifica di questa da parte dell’Italia mentre solo la regione Veneto pare essersi avviata nella giusta direzione con una legge regionale ad hoc. Dal governo Berlusconi ci aspettiamo una pronta risposta in questa direzione ma non siamo ottimisti in quanto una definizione dei livelli essenziali di assistenza comuni a tutte le regioni appare più un esercizio lessicale piuttosto che la risposta ai bisogni drammatici dei disabili e delle loro famiglie.
L’associazione tutti a scuola esiste per rappresentare il diritto allo studio per gli alunni disabili, purtroppo governi diversi hanno prodotto in questi ultimi anni lo stesso desolante risultato: una progressiva emarginazione dei disabili ed un sempre più frequente ricorso alla magistratura da parte dei genitori per garantire ai propri figli almeno il tempo scolastico. Non vi è traccia di attenzione alla integrazione dei disabili nella scuola da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni, non vi è traccia di risorse per qualificare il tempo e la professionalità degli insegnanti specializzati.
In questo contesto “giochi senza barriere” acquista maggiore significato, in tale condizioni che si affianchino a noi “alleati” così prestigiosi dimostra quanto il nostro tessuto sociale sia determinato a reagire allo sconforto prodotto dalla vicenda dei rifiuti.
Siamo, oggi più che mai, convinti nel chiedere alla politica di “vedere” la disabilità, siamo sempre più convinti che essa rappresenti una risorsa , una ricchezza e non un costo sociale da ridurre al pari del numero delle comunità montane.
Riteniamo che non dobbiamo e da Napoli questa affermazione acquista un sapore particolare, arrenderci al degrado che ci circonda e lo facciamo nel modo più gioioso, con una festa e parlando di diritti.
Agli oltre 350 volontari che trascorreranno il prossimo lunedì 16 giugno in villa comunale con le migliaia di giovani disabili chiediamo solo due cose: rigore e tenerezza. Rigore nello svolgere le mansioni che svolgeranno per i nostri ragazzi e tenerezza verso quanti, non solo i disabili, verranno a trovarci quel giorno.
Queste due caratteristiche dovrebbero trovare molti proseliti nella nostra classe politica ed anche per questo invitiamo il nuovo ministro della istruzione a Napoli per un confronto serio sul tema dell’integrazione scolastica dopo trenta anni dall’abolizione delle classi differenziali.
Questioni così delicate richiedono risposte ed approfondimenti altrettanto seri; l’Italia mostrata dai mezzi di informazione sembra quasi sempre un paese che ha smarrito quel sentimento comune che nella nostra giornata del prossimo 16 giugno invece è l’elemento fondante: l’appartenenza ad una comunità solidale nei diritti dei più deboli.
Se dovesse accorgersene anche la politica avremmo tutti fatto un piccolo passo avanti, che da Napoli parta un segnale così forte è motivo di orgoglio per tutti quelli che parteciperanno a giochi senza barriere il prossimo 16 giugno.
Antonio Nocchetti