Alunni disabili senza prof: Indaga la Procura
Il Mattino – 9 ottobre 2011
L’istruzione, il caso Esposto dell’associazione «Tutti a scuola» alla magistratura. L’accusa: violati i diritti dei bambini e delle famiglie
Fasciolo aperto dal pm Greco. Negli istituti di Napoli tagliati 3500 docenti di sostegno .
Bambini disabili senza insegnante di sostegno: sui diritti negati è scattata un’inchiesta della procura di Napoli. C’è un procedimento aperto, affidato a un magistrato della seconda sezione, il pool guidato dal procuratore aggiunto Francesco Greco. L’indagine parte dalla denuncia di Toni Nocchetti, presidente di Tutti a scuola, l’associazione che raggruppa «tanti genitori che lamentano, tra l’altro, la lesione del diritto allo studio e all’integrazione scolastica dei propri figli diversamente abili» si legge nelle prime righe della denuncia i126 settembre presentata all’autorità giudiziaria. Nel documento è anzitutto chiarito l’iter per ottenere il sostegno: in base alla gravità della patologia dell’alunno, e su indicazione di un medico neuropsichiatra, è stabilito il «rapporto in deroga», ossia la presenza dell’insegnante anche per tutte le ore di frequenza scolastica. «Accade però sistematicamente che – anche quando l’Asl riconosca la necessità di garantire il rapporto in deroga – la Scuola non garantisca questo servizio, riconoscendo il sostegno solo per poche ore settimanali». Secondo i dati diffusi dal Centro studi dell’associazione, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico, a Napoli mancano 3500 insegnanti di sostegno, in Campania 6500, in Italia oltre 65000. «Tutto ciò – avvisa Nocchetti – provoca danni enormi innanzitutto al minore, ledendo il suo diritto all’istruzione e all’integrazione, alla sua famiglia, che guarda alla scuola come un qualificato aiuto e infine all’intera classe, dove il solo insegnante titolare non riesce a seguire i bambini normo dotati e il disabile, svolgendo per/con ognuno il programma più appropriato». Insomma, «la tutela della disabilità – sottolinea il presidente di Tutti a scuola – è sempre più un’illusione, che per i diretti interessati si trasforma desolatamente in delusione, o meglio sarebbe dire in maltrattamento psicologico». Nella denuncia all’esame della procura di Napoli sono poi segnalate le varie leggi, dagli articoli della Costituzione italiana alle norme europee, alla Convenzione delle Nazioni Unite che, almeno sulla carta, impongono attenzione per gli alunni disabili. Obbligo giuridico che «ricade su vari soggetti e con diverse responsabilità: il Ministero dell’Istruzione, il Centro servizi amministrativi regionale, il Centro servizi amministrativi provinciale (che ha sostituito ilvecchio provveditorato agli studi), i dirigenti dei singoli istituti scolastici». Ma, le famiglie napoletane, sempre più numerose, in questi anni hanno dovuto far appello alla magistratura per difendere, nella pratica, i diritti dei loro figli. Risultato: «Prima il giudice ordinario, poi quello amministrativo hanno riconosciuto il diritto dell’alunno diversamente abile a un sostegno scolastico adeguato (in sostanza copertura totale della frequenza scolastica), imponendo alla pubblica amministrazione di provvedere in tal senso». Dal 2006 ad oggi sono stati proposti circa 1000 ricorsi, che la magistratura ha accolto, «evidenziando dell’operato dell’Istituzione scolastica, ingiungendo al Ministero, al Csa e all’Istituto scolastico di assegnare al minore diversamente abile il sostegno adeguato». L’ultima difficoltà segnalata da Tutti a scuola è che, «anche dopo che il Tar ha riconosciuto il diritto al sostegno, il Csa rifiuta di riconoscere il sostegno per gli anni successivi, pur in presenza di patologie irreversibili, per le quali è fm troppo evidente che l’alunno purtroppo non potrà guarire e necessiterà del sostegno (nelle medesime forme) per l’intero percorso scolastico». Di qui la denuncia in procura perché siano accertati «rilievi penali e responsabilità erariali» del caso.
Maria Pirro