La lettera inclusa nel libretto che abbiamo consegnato al Presidente Mattarella nel corso della sua visita, presso la scuola “Sannino” di Ponticelli, per l’inaugurazione dell’anno scolastico 2015/2016.

Scarica l’intero libretto ( Presidente_Mattarella_Sannino.pdf )

Carissimo presidente Mattarella,

avevamo chiesto di incontrarla perché, da genitori, siamo ostinatamente convinti che la disabilità che attraversa le  nostre famiglie debba essere finalmente riconosciuta dalla politica. Lei ha da subito auspicato attenzione alla disabilità  invocando una legge sull’autismo il 2 aprile scorso ed ha, in ripetute circostanze, affermato il valore della vita di tutti, anche dei nostri figli. E’ per questo che volevamo incontrarla, è per questo che volevamo metterla in guardia dalle astuzie (eufemismo garbato) della politica che, fingendosi sensibile, vara una legge sull’autismo senza oneri accessori per lo Stato e dunque inutile per i soggetti ai quali sarebbe destinata.

Presidente Mattarella, volevamo incontrarla per ricordarle che la cosiddetta “buona scuola” (altro eufemismo lessicale) per gli oltre 235.000 alunni disabili italiani oggi NON è ancora cominciata (se i dati le sembrano diversi da quelli dei comunicati stampa del Miur la preghiamo di far verificare dal suo ufficio di presidenza la veridicità di tali cifre).

Sarebbe facile ricordarLe che nessuna legge di bilancio può sopprimere il diritto allo studio di un alunno disabile, Lei lo sa perché alla suprema Corte appartiene ed ha contribuito a ricordarlo a questa classe politica. Ancora più agevole ricordarLe e provare a far comprendere al ministro Giannini che gli annunciati 116.000 insegnanti specializzati saranno assolutamente insufficienti con circa 170.000 alunni disabili intellettivi gravi.

Presidente Mattarella la verità è che a questa politica la disabilità non piace, non piace perché è scomoda, è improduttiva, è costosa.

E’ vero, forse è vero, forse i nostri figli talvolta sono impegnativi, sono difficili, sono faticosi… ma sono i nostri figli ed in un Paese che voglia definirsi civile dovrebbero essere le prime creature da coccolare, tenere tra le braccia quando crescono senza speranze, accompagnarli quando diventano grandi ed invecchiano. Questo purtroppo non avviene. La politica millanta nuove assunzioni invece di precisare che si tratta di immissioni in ruolo di insegnanti che già lavoravano. Il governo pro tempore ha completamente tradito le aspettative delle famiglie dei disabili, la scuola oggi è un esempio drammatico con genitori costretti ad recarsi a scuola dopo due o tre ore di frequenza perché altrimenti i loro figli “disturbano” o, ancora peggio, si ritrovano nella impossibilità di andare al bagno. La vita delle famiglie di un disabile necessita di uno Stato sociale che ne riconosca i bisogni, se vuole degli esempi di quanto il governo Renzi NON ha fatto volentieri la aiuteremo con un elenco interminabile: pensionamento anticipato delle famiglie, nuovo Isee, assegni di cura, formazione degli insegnanti, lavoro, dopo di noi, appropriatezza delle cure, livelli essenziali di assistenza…

Lei non ha alcuna responsabilità se non quella di essere un cittadino italiano, un genitore, un nonno. Noi anche abbiamo una responsabilità: i figli disabili sono nostri ma sappiamo che da soli non potremo mai farcela.

Lei, presidente Mattarella, di responsabilità ne ha una aggiuntiva: è il presidente della Repubblica di un grande Paese che ha per primo sognato di includere i nostri figli nella scuola di tutti, non lo dimentichi ma soprattutto non faccia finta di dimenticarlo come fanno i ministri del governo in carica.

Non le resta che, più e meglio di quanto ha fatto finora, di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per restituire dignità alla Politica.

Proprio a partire dai disabili.