l’Unità – 13 settembre 2011

Intervista a Antonio Nocchetti, medico

La scuola ieri non è iniziata per tutti i ragazzi delle regioni al via. Valeria, ad esempio, ricorderà il suo primo giorno di liceo soci0psicopedagogico con la ferita di un “mi dispiace non puoi stare, manca l’insegnante di sostegno” per lei, ieri, è stato un giorno di ritorno a casa. Valeria è una ragazza campana disabile grave la cui famiglia, ieri, ha segnalato un disguido troppo comune e troppo infame all’associazione per le pari opportunità scolastiche dei ragazzi con handicap Tutta scuola. Ci sono arrivate, dalla sola Campania, almeno 6 o 7 denunce da famiglie di disabili respinti all’ingresso come Valeria – racconta il presidente dell’associazione Antonio Nocchetti – La scuola ieri non è iniziata per tutti, mi piacerebbe che il nostro ministro per le pari opportunità se ne accorgesse.

Quali sono le regioni in cui si fa più sentire la carenza di insegnanti di sostegno?

Ovviamente sono le regioni più grandi, Campania, Lazio, Lombardia, quelle in cui si registrano i maggiori disagi. Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno non abbiamo ancora i numeri degli organici di Fatto (quelli che indicano il numero di docenti effettivi, dopo le richieste dei dirigenti n.d.r.) ma, incrociando il numero di iscritti disabili e organici di diritto stimiamo che in Lombardia mancano circa 3500 insegnanti di sostegno in meno rispetto all’anno scorso, nella provincia di Napoli circa 1500. questo nonostante ben 1022 di ragazzi disabili, negli ultimi tre anni, abbiano vinto ricorsi al Tar di Napoli. Nonostante un giudice abbia sancito il loro diritto all’assistenza in classe, ben 700 di questi ragazzi sono restati senza insegnante di sostegno. Come associazione stiamo valutando di denunciare penalmente il ministro dell’istruzione, o chi per Lei, per questo diritto negato.

Il caso di un ragazzo disabile respinto il primo giorno di scuola è estremo così come quello dì un disabile grave che non ha mai avuto l’insegnante di sostegno tanto da fare ricorso. I tagli si fanno sentire anche in modo ordinario?

Ogni giorno condizionano la vita dei ragazzi. e delle loro famiglie. Facci0 due esempi dalla Campania, la regione in cui siamo più radicati come assciazione. Ci ha chamato già una famiglia di Napoli, denunciando il dimezzamento delle ore di sostegno per il figlio alunno di seconda elementare, e una famiglia di Arzano, il cui figlio è in terza elementare. Anche in questo secondo il sostegno è metà rispetto all’anno scorso; da 18 a 9 dellc ore settimanali. Il risultato é che il bambino passerà più tempo a casa, ovviamente a spese della famiglia e a discapito della sua formazione.

Mancano i fondi, ma forse manca una cultura dell’inclusione…

Se ci fosse una cultura dell’inclusione non si parlerebbe più di insegnanti di sostegno ma di formazione per l’handicap per tutti i docenti, di qualunque materia. Soprattutto non ci sarebbe una finanziaria, quella del 2009, che fa rientrare dalla finestra le classi differenziali abolite nel 1975 stabilendo che il tetto dei disabili è subordinato al bilancio.

Però una sentenza del 2010 della Corte Costituzionale ha cancellato quei commi che, come voi dite, riaprivano la strada alle classi differenziali. Stabilisce che gli insegnanti di sostegno devono essere pari alle esigenze dell’alunno…

Si ma questa sentenza é, ad oggi inattuata. Per questo domani alle 10 manifestiamo in piazza Montecitorio con una gabbia, la scuola, piena di carrozzine. Chiediamo tre passi: lo sdoppiamento delle classi con più di un alunno disabile, investimenti per la formazione degli insegnanti curricolari e l’abrogazione, nel dibattito parlamentare, degli articoli della manovra di agosto che, di fatto. aprono la strada alla preesenza di più di un alunno con handicap grave in una classe.