Quando decidemmo di chiamare Tutti a Scuola la nostra associazione non avremmo mai pensato a cosa sarebbe accaduto 20 anni dopo.

Eravamo e siamo genitori speciali, quelli ai quali le altre famiglie guardano, nei casi migliori, con commiserazione, o preferiscono non vedere affatto. Tutti a Scuola è nel tempo diventato un luogo di socialità per quei genitori motivati a costruire un tempo scuola inclusivo per i loro figli disabili.

Tutti a Scuola non è tre parole messe a caso insieme: è una direzione da percorrere insieme, un modello di società a cui guardare.

Oggi Tutti a Scuola ha cambiato significato, sembra essere diventata una scommessa perduta nella incapacità di riconoscere le priorità.
È vero che dopo più di due decenni trascorsi a smontare pezzi di istruzione e sanità pubblica senza trovare grandi ostacoli il rischio di ritrovarsi senza più una scuola e una sanità pubblica di qualità andava messo in calendario.
In fondo il Covid 19 ci ha costretto ad aprire gli occhi per confrontarci con quello che eravamo diventati. Un Paese diseguale e con velleitarie ed egoistiche spinte separative. Il Covid 19 ci ha costretti tutti nella stessa barca. Un imbarcazione che fa acqua da più parti e che la tempesta del virus ha reso insicura.
Andrà tutto bene.
Non è vero: si deve costruire il bene, smettere di sbandierarlo dai balconi.
I nostri figli disabili sono stati annichiliti dalla inadeguatezza della didattica a distanza in questi mesi.
Sarebbe stato ragionevole riaprire le scuole con modalità diverse dal mese di maggio.

Sarebbe stato più efficace potenziare le tre T: test, tracciamento e terapia.

Solo e per fortuna le terapie sono migliorate (lo dimostrano i dati delle terapie intensive) mentre i test sono ancora ridotti nelle regioni meridionali ed il tracciamento dei contagi è miseramente fallito nonostante l’App Immuni messa a punto dal governo nazionale.
Patetiche diffidenze e improbabili esperti hanno demolito uno strumento indispensabile per conoscere ed evitare i rischi di contagio.
I risultati sono la paura che si riaffaccia in questi giorni e la diffidenza nei confronti degli altri.
Tutti a Scuola è diventata oggi una pia illusione per tutti.
Sia per gli studenti disabili che per quelli cosiddetti normali.
Sembra un incubo.
Per uscirne bisogna fare molti sforzi ancora.

Tutti insieme.
Rimettendo in ordine le priorità che abbiamo smarrito.
A partire dalla scuola che andava ovviamente chiusa solo dopo aver chiuso tutto il resto.

Antonio Nocchetti
Presidente Tutti a Scuola ONLUS