Negli ultimi giorni ha fatto capolino nella narrazione della politica cittadina la proposta del sindaco de Magistris di candidare la nostra città ad ospitare i giochi olimpici. Si tratta di un tema ricco di suggestioni che non può essere liquidato sbrigativamente come una boutade o una operazione di propaganda. Napoli, lo ricordano le immagini meravigliose offerte degli eventi sportivi degli ultimi anni, potrebbe rappresentare una vetrina stupenda per un evento unico. Interessante la reazione di altri amministratori locali come il sindaco di Cosenza e quelli pugliesi ai quali forse sembrerà possibile vedere riaperto il libro dei sogni con la visione di strade asfaltate, luminarie e ponti sullo stretto che si materializzerebbero grazie al miracolo delle olimpiadi. Ma il tema è troppo serio per essere liquidato in una appartenenza pregiudiziale ad una fazione. Forse andrebbe considerato lo stato dell’arte delle finanze delle amministrazioni convolte e da coinvolgere ma temo che se adottassimo questo principio solo la provincia autonoma di Bolzano potrebbe guardare seriamente ad una prospettiva simile in Italia . Ed allora se serietà si impone di fronte al rischio svelato dal coraggioso e coerente “no” del sindaco di Roma sarebbe il caso che de Magistris e tutti quelli che lo seguono nel sogno olimpico tirassero fuori i conti. Si tratterebbe di informare e dettagliare ai cittadini cosa dovrà accadere e a spese di chi . Si tratterebbe di scoprire chi e quanto tempo impiegheremo a saldare ipotetici debiti futuri. Si tratterebbe anche di scoprire quali e quanti servizi essenziali potrebbero essere ancora falcidiati per il sogno olimpico. Purtroppo Napoli non è Bolzano e la Campania non è il Trentino Alto Adige e i suoi amministratori devono tenerlo sempre bene a mente. Napoli oggi un primato olimpico già lo detiene: è la più grande metropoli del Paese con i più scarsi e scadenti servizi sociali. Quanto dovremo aspettare ancora prima che anziani, poveri, disabili vengano riconosciuti dalla politica cittadina e regionale e posti al centro dell’agire quotidiano non sembri un interrogativo retorico ma una domanda che merita una risposta seria. La contingente e perdurante condizione di povertà delle casse comunali se da un lato non devono rappresentare un ostacolo pregiudiziale ad una prospettiva irripetibile come i giochi olimpici dall’ altro non devono e possono essere sottovalutati da nessun amministratore. In questo contesto la assoluta necessità di fare squadra con tutti i livelli istituzionali, piaccia o meno a qualcuno , diventa un prerequisito necessario ed indispensabile per poter iniziare a parlare di olimpiadi al sud. Il resto, tutto il resto , è propaganda.