La storia di una associazione che in un paese normale non dovrebbe esistere: Tutti a Scuola Onlus

Forse la nascita di una esperienza collettiva così ampia per le persone che la attraversano, i bambini disabili e le loro famiglie, non poteva che avvenire per caso.

Per caso infatti oltre 12 anni fa, da neo presidente del consiglio di istituto della scuola elementare della mia prima figlia Chiara, decisi di conoscere i genitori dei bambini con disabilità iscritti nello stesso circolo didattico della mia bambina.

Quella assemblea rappresentava, anche se allora non lo sapeva nessuno, il primo atto ufficiale di un percorso che è andato progressivamente crescendo e che ci ha visto prima diventare un “coordinamento genitori e studenti “ e poi una associazione onlus.

Mi piace ritornare sul ricordo di quella prima riunione che significò per me la scoperta dell’abisso nel quale le famiglie dei bambini disabili si trovano spesso nella gestione del tempo scuola.

Da allora si può dire che quelle 10 famiglie sono diventate centinaia e anche significativo è il ricordo della nostra volontà (eravamo in 6 persone) di dedicare una festa ai bambini disabili che alle feste dei loro compagni spesso, anche in un quartiere borghese come quello di Posillipo, non venivano invitati.

Questo segna la nascita di “giochi senza barriere-diritti alla festa” .

Oggi, a 11 anni di distanza, il ricordo di un palco con 4 assi di legno piazzato timidamente all’interno della villa Comunale, meno di 10 volontari e pochi bambini con noi sembra appartenere ad un‘altra era geologica se confrontata con la ultima edizione dello scorso mese di giugno nella Mostra d’Oltremare.

I primi anni della nostra vita associativa ci hanno  visto impegnati in una attività culturale molto intensa nella raccolta dati e nella  interpretazione dei bisogni degli alunni disabili nella scuola italiana.

Non a caso il “centro studi di Tutti a Scuola” offre con cadenza annuali cifre, considerazioni e proposte alla politica ed alla informazione di settore italiana.

La assenza di ore di insegnante specializzato di sostegno ci ha portati, dopo una lunga battaglia legale combattuta agli inizi in tutta la Campania, a cogliere un significativo risultato nella sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 2010.

I giudici della suprema corte hanno riconosciuto come il diritto costituzionale alla istruzione ed alla salute dell’alunno disabile non possa venire compresso da esigenze economiche (noi sviluppiamo la nostra attività negli anni dei governi Berlusconi).

Questa fondamentale sentenza offrirà, a tutt’oggi,  ad oltre 17.000 famiglie in tutta Italia la possibilità, ricorrendo ai Tar locali, di ottenere un supporto di ore di sostegno finalmente rispondente alle esigenze dei bambini disabili.

Con il passare degli anni abbiamo, lentamente, iniziato a dedicare le nostre attenzioni a tutti gli ambiti della vita di un disabile.

Il tempo libero per un disabile non esiste, esiste un tempo da vivere e possibilmente da vivere con leggerezza e ricco di contenuti.

La possibilità di utilizzare i fondi derivanti dal 5 per 1000 ci consente oggi di gestire diverse attività che coinvolgono oltre 250 bambini e giovani disabili.

Le attività che si susseguono ormai da alcuni anni sono nate con lo stesso principio di governance: presa in carico dei disabili da parte di professionisti affidate a genitori responsabili volontari.

Atletica leggera: si svolge allo stadio Collana due giorni alla settimana e coinvolge un numero variabile fino a 80 disabili mentali dai tre ai cinquanta anni. La associazione con la quale, da anni collaboriamo è gestita dal già campione mondiale di canottaggio Giuseppe Del Gaudio e l’attività impegna circa 30 operatori. Il costo richiesto alle famiglie oscilla tra i 10 ed i 20 euro al mese.

Nuoto: si svolge da quest’anno nella piscina del Collana, il sabato mattina, grazie ad una delibera di uso esclusivo  gratuito del comune di Napoli, in questo caso la gestione è mista avendo sia operatori professionali che genitori con brevetti ad occuparsi dello spazio acqua dei oltre 40 atleti. Il costo richiesto alle famiglie è di 10 euro al mese.

Musica: la associazione tutti a scuola ha tenuto a battesimo supportando anche economicamente la nascita di una esperienza magnifica come quella dell’orchestra “ Bandita sbandata” che, composta da disabili e normodotati, ormai ha acquisito una straordinaria popolarità esibendosi in diverse città italiane sotto la attenta guida del papà –maestro Sergio Sansone. I circa 15 componenti della banda utilizzano i locali presenti all’interno dell’albergo dei poveri per il loro costante lavoro di prove.

Equitazione: si svolge da quest’anno all’ippodromo di Agnano una attività di gioco con l’ausilio dell’associazione Accavallo .

Si tratta di un progetto sperimentale nato  per misurare la relazione tra i cavalli , i ponies ed i nostri figli disabili che  non vuole rappresentare una forma di  terapia , di quelle i bambini disabili ne fanno già tante (!). Il costo richiesto alle famiglie è di 10 euro al mese

Mini crociere estive in barca: durante i mesi estivi con la collaborazione dell’associazione “Asgam onlus” facciamo tre-quattro giorni alla settimana gite per l’ intera giornata   con gruppi di circa 20 persone con il peschereccio “progetto Napolitano” nel golfo di Napoli.

Teatro: la compagnia teatrale “a terra d’’o cielo” due volte all’anno si esibisce in performance teatrali presso il teatro auditorium santa Luisa in via Andrea d’Isernia, è formata da circa 40 attori dilettanti dai 6 ai 75 anni ed include alcuni giovani ed adulti disabili.

Giochi senza barriere: è la festa delle feste, una festa interamente dedicata ai disabili che coinvolge circa 15.000 visitatori, migliaia di disabili di tutte le età e che si avvale della collaborazione concreta da due anni , grazie ad un finanziamento di circa 10.000 euro,  di fondazione banco di Napoli per l’infanzia. La manifestazione che giungerà nel mese di giugno p.v. alla undicesima edizione ha ricevuto il patrocinio del presidente del senato e del segretariato sociale della Rai che ne hanno riconosciuto il valore sociale universale.

Centro ascolto: è in funzione tutti i giorni dalle 8 alle 20 e fornisce informazioni, consigli e sostegno concreto alle migliaia di famiglie che lo contattano.

A tutt’oggi non abbiamo una sede , non abbiamo personale dipendente e tutti il nostro bilancio associativo (entrate provenienti dalla quota associativa di 50 euro all’anno a famiglia, 5 per mille e donazioni) sono integralmente utilizzate per sostenere le attività. Le attività per le quali non è stato specificato il contributo economico sono da intendersi totalmente gratuite.

Quello che avremmo voluto fare e non siamo (ancora) riusciti a realizzare:

Anagrafe della disabilità: abbiamo un protocollo d’intesa con la università Federico II di Medicina e Chirurgia e di scienze economiche ma il tutto si è arenato per limiti normativi.

Dopo di noi: è un pensiero fisso per centinaia di genitori che vedono il tempo passare, abbiamo sfiorato l’obiettivo ma la struttura che la Provincia di Napoli ci aveva messo a disposizione non era rispondente ai bisogni del progetto e ci sarebbe stato il rischio fondato di erigere una ennesima cattedrale nel deserto.

Sede multifunzionale: rappresenterebbe un luogo obbligato vista la dimensione della associazione, il suo numero di associati  circa 650 famiglie e la molteplicità degli ambiti nei quali si esprime.

Il comitato direttivo composto da 5 membri mi ha eletto sin dal primo anno presidente, e sono l’unico genitore a non avere figli disabili.

In questi anni ho inoltre ricevuto :

dal comune di Napoli la nomina di esperto sui temi della disabilità,

dai genitori dell’istituto Martuscelli la nomina a rappresentante delle famiglie,

dal Fattoquotidiano. it l’invito a gestire  un blog che riguarda i temi della disabilità.

Tutte queste attività vengono, ovviamente, svolte a titolo assolutamente gratuito.

Non abbiamo fatto riferimento alle manifestazioni di piazza promosse sotto i palazzi del potere a Roma che ci hanno fatto entrare in contatto con decine di professionisti della informazione.

Di queste esperienze il giornalista Fabio Masi di Rai Blob ne ha tratto un docu-film dal titolo “vietato ai disabili” che è stato proiettato in anteprima al festival del cinema di Venezia e nel mese di febbraio all’interno di una rassegna durante il festival della musica di Sanremo.

E la storia continua…

Toni Nocchetti