Il Mattino – 24/02/2010

Piazza Montecitorio diventa piazza delle esecuzioni. Davanti al Parlamento oggi è prevista l’installazione di una vera ghigliottina, realizzata da un artigiano partenopeo. Boia incappucciati sono in arrivo da tutt’Italia. Una triste manifestazione è in programma: «Analogamente a quanto accade nella nostra società, nel corso della manifestazione, verranno eseguite le condanne dei disabili», annunciano i promotori dell’iniziativa, le associazioni «Tutti a scuola onlus» e «Disabilandia». La manifestazione si chiama «L’ultimo taglio: la politica condanna i disabili». Ma è solo l’ultima provocazione che intreccia il tema del diritto scolastico con quello all’assistenza dei portatori di handicap, dopo la «macelleria sociale» allestita in città e i volti dei ragazzi appiccicati sui sacchetti dei rifiuti davanti alla prefettura. «La ghigliottina per i genitori di un figlio disabile è contemporaneamente una sensazione e una tentazione», chiariscono gli organizzatori. «La sensazione di abbandono e di solitudine di chi vive la disabilità e la tentazione di farla finita convivono drammaticamente nei familiari dei disabili». Dunque «la nostra non è una manifestazione di protesta, ma un modo per esprimere un dolore enorme. Il pretesto per raccontare a chi ci ascolta che la disabilità è una condizione estremamente seria che richiede una consapevolezza e una attenzione da parte della classe politica che sembra non esistere. Intorno a noi sembra esserci una desolante indifferenza». In piazza, alle 9, ci saranno genitori, insegnanti, operatori sociali e volontari insieme con i disabili «condannati» alla pena capitale. Prima dell’esecuzione, verrà letta anche la sentenza. Il testo: «In nome della politica italiana io ti condanno. Ti condanno a non avere insegnanti di sostegno specializzati. Ti condanno alla mancanza di continuità didattica. Ti condanno ad avere dirigenti scolastici e insegnanti incompetenti e non aggiornati. Ti condanno alle barriere architettoniche che ti impediscono di frequentare la scuola. Ti condanno a non avere l’assistenza igienica di cui avresti bisogno. Ti condanno all’assenza di strutture in cui crescere e vivere. Infine, in nome della politica italiana, ti condanno a essere dimenticato. E dunque a non esserci più». A migliaia saranno chiamati al patibolo. Proprio davanti al Parlamento.

Maria Pirro