Il Mattino – 01/10/2013

Rimandati a casa perché a Napoli mancano gli assistenti materiali, in tutt’Italia i posti di sostegno sono insufficienti. La scuola, a distanza di due settimane, viene negata a bimbi e ragazzi disabili che hanno bisogno di assistenza.
Il caso di Anna F. è forse il più emblematico, perché la ragazzina autistica è stata respinta per 5 volte. «I dirigenti degli istituti contattati, nella provincia partenopea, hanno detto di non essere attrezzati per accogliere mia figlia che a 16 anni vuole imparare a cucinare e, raggiunto il traguardo della licenza media, chiede di continuare a studiare. Piange, ogni giorno domanda: quando ricomincio le lezioni?» racconta Sofia Esposito, la madre che, dal 17 settembre, subito dopo l’apertura dell’anno scolastico, si è messa in moto alla ricerca di una risposta a quell’interrogativo innocente dal risvolto crudele. L’ultimo «pellegrinaggio» ieri mattina a Scampia. Istituto Vittorio Veneto, indirizzo alberghiero: «Ho già 128 alunni con disabilità, ma solo 38 insegnanti di sostegno anche se la legge dice che dovrebbero essere almeno 64. Tutte le scuole sono in difficoltà perché dal ministero non vengono riconosciuti i posti dove c’è l’esigenza». La preside Olimpia Pasolini, però, comprende che «la situazione è paradossale, anzitutto per la famiglia». E accetta finalmente l’iscrizione dell’allieva, «grazie al supporto dell’ufficio scolastico territoriale cha si è impegnato a provvedere a una integrazione all’organico di sostegno, prevedendo altri 10 insegnanti. Spero arrivino il più presto possibile anche se è chiaro che così il problema comunque resta».
Curiosa coincidenza, crocevia della disperazione in questo caso è Mugnano, il paese già al centro di una scabrosa vicenda, ma di segno contrario. Nell’altra i genitori di altri allievi hanno chiesto il trasferimento per evitare un bimbo autistico in classe con i loro figli. Alunni in fuga, è questo il paradosso, e studenti tenuti fuori dalla scuola loro malgrado. Due facce, due storie di bambini disabili nel cuore dell’Italia già ferita dalla carenze di personale in organico. E a Napoli situazione appare persino più grave: a causa dei ritardi nell’avvio del servizio di assistentato materiale, fondamentale per bisogni primari, come fare la pipì o accedere alla mensa, a carico del Comune. «Accade per il terzo anno consecutivo con la giunta De Magistris che centinaia di bimbi napoletani siano costretti a non frequentare le lezioni o i loro genitori costretti a correre a scuola per cambiare un pannolino, far mangiare loro una merendina o riportali precipitosamente a casa. Un fatto, quasi a sigillare l’ennesimo fallimento delle politiche a favore dei disabili, come avvenuto per le amministrazioni» precedenti afferma Toni Nocchetti, presidente di Tutti a scuola, associazione che raggruppa le famiglie. Riepiloga il dramma un papà, Giancarlo Marzano: «Il Comune di Napoli nel settembre 2012 pubblicò il bando di gara per l’assegnazione del servizio, da prestare agli studenti diversamente abili, per le scuole materne e superiori. Gara aggiudicata da una cooperativa sociale con sede legale a Roma e con un contratto biennale, a partire dal 2013 e con scadenza a dicembre 2014, con una sospensione del servizio a giugno scorso e la ripresa a metà settembre. Amara sorpresa quest’anno: l’assistenza non è ripartita come previsto». Incalza Nocchetti: «Se non si è in grado di assicurare la scuola ai diversamente abili si abbia almeno la serietà di dirlo, ma la si smetta una volta per tutte di scaricare sui più deboli le inefficienze dovute alla carenza di risorse». A dispetto degli annunci, i veri dati sull’organico di fatto e il numero insufficiente di insegnanti di sostegno sono invece rivelati in un focus del Miur (ministero dell’Istruzione, Università e ricerca): i posti sono 101.391, 90 in più rispetto all’anno scorso, ma gli alunni con disabilità sono 207.444, in aumento, quasi cinquemila in più. E la Campania ha il dato più alto di iscritti, dopo la Lombardia (32.885) e il Lazio (24.417). Si contano 22.162 alunni con disabilità assistiti da 13.593 docenti. In pratica, le assunzioni promesse dal ministro Maria Chiara Carrozza (24.000 nel trennio, con il pacchetto scuola) non vanno a incidere sull’assistenza nelle classi che, con la riduzione del numero di docenti pro capite, per gli alunni disabili addirittura sembra peggiorare. Senza trascurare la questione della formazione del personale, sollevata ad esempio dal gruppo “Difendiamo la professionalità dell’insegnante di sostegno” dopo che, con il decreto ministeriale 706, pubblicato il 17 settembre in Gazzetta Ufficiale, sono stati istituiti, tra gli altri, corsi di sostegno, per la scuola dell’infanzia e primaria, «indirizzati soprattutto a docenti abilitati in possesso “solo” del diploma quadriennale dell’istituto magistrale pur se dal 1998 per accedere all’insegnamento l’unico percorso riconosciuto è attraverso la laurea». Un doppio binario che indica anche il malessere dei precari che lavorano da anni, anche da molti anni, sperando nella stabilizzazione. Intanto, sempre più famiglie si rivolgono al tar per ottenere il riconoscimento delle ore di sostegno, negli ultimi tre anni sono 15.000 i ricorsi accolti in tutt’Italia.
In Campania è record, elevata percentuale di azioni giudiziarie avviate, oltre 3.000 (di cui oltre 200 presentati nelle ultime settimane), e la regione, con l’associazione Tutti a scuola, guida anche le azioni di protesta. Non ultimo, il sit-in organizzato, il 17 settembre scorso, in piazza Montecitorio a Roma, e il pungente scambio di battute tra il presidente dell’associazione Toni Nocchetti, i parlamentari e il presidente della Camera, Laura Boldrini, ripreso anche dalle telecamere di Blob. Un’altra manifestazione è in programma nella prima decade di ottobre nel capoluogo partenopeo. Fiaccolata sotto le finestre di Palazzo San Giacomo. Percorsi che si intrecciano con altre emergenze già segnalate anche negli istituti non statali, come emerge anche dalla storia della ragazzina autistica di Mugnano. Sua madre l’aveva iscritta infatti prima in un istituto paritario, indirizzo alberghiero, non lontano da casa. «La scuola mi aveva contattato, e in più occasioni assicurato che mia figlia non sarebbe mai stata lasciata sola» sostiene Sofia Esposito. Doveva essere la svolta, l’occasione per realizzare il sogno di Anna. E invece, è diventato un incubo. «Il primo giorno non c’era l’insegnante di sostegno, il secondo nemmeno. Davanti alla scuola ho visto Anna: era spaesata, senza nessuno accanto. Temevo finisse sotto un’auto, ho parcheggiato in mezzo alla strada per evitarlo» dice la madre disperata che ha presentato anche denuncia ai carabinieri, nel giorno in cui ha ritirato la 16enne autistica da quella scuola e ha cominciato a chiedere in altri istituti: una via d’uscita, oltre la disperazione.