corriere_mezzogiorno_itProvate ad immaginare di sentire da diversi giorni una sgradevole sensazione di tachicardia, immaginate ancora di scoprire che i soliti cinque scalini percorsi abitualmente vi regalano un affanno ed un respiro sempre più corto.
In circostanze simili, anche se timorosi, decidiamo di andare dal nostro medico che dopo una attenta valutazione è probabile che ci invierà da uno specialista in cardiologia per ulteriori ed indispensabili approfondimenti. Il cardiologo, dopo le indagini del caso, probabilmente ci prescriverà una terapia ed un regime di vita adeguato ai nostri disturbi.
Questo approccio specialistico che il sistema sanitario universale italiano, almeno teoricamente, offre ai suoi cittadini, viene clamorosamente sconfessato per gli alunni disabili nel sistema scolastico pubblico.
Partendo dalle stesse premesse per un bambino disabile è prevista una visita neuropsichiatrica e la diagnosi e definizione di un piano educativo individuale redatto collegialmente alla scuola.
Quanto accade dopo nella scuola è però un drammatico inconveniente.
Infatti quando gli incolpevoli dirigenti scolastici, privi di insegnanti di sostegno specializzati, sono costretti a ricorrere alle graduatorie si determina un risvolto negativo per la qualità della scuola dell’inclusione.
Il termine tecnico è “graduatorie incrociate”.
La conseguenza pratica è che una classe con alunni disabili si troverà ad utilizzare un insegnante di sostegno non specializzato e proveniente da una classe di concorso priva di qualsiasi competenza compresa quelle degli insegnanti tecnico pratici o docenti di laboratorio.
A quel punto tutte le attenzioni e le cautele formative per gli alunni disabili vengono meno miseramente.
Questo avviene per almeno 45.000 alunni disabili durante l’anno scolastico.
La questione è strutturale e riguarda il numero di insegnanti specializzati .
Ci sarà un ministro dell’istruzione ed un governo nella prossima legislatura che avranno interesse (I CARE) a risolvere la assoluta inadeguatezza di risorse per la scuola dei disabili?
O qualcuno pensa, al contrario dell’esempio iniziale, che sarebbe bastato ricorrere ai consigli di un tecnico di radiologia o di un otorinolaringoiatra per affrontare una grave insufficienza cardiaca?
Come sempre nella vita, basterebbe provare a pensare seriamente a quello che accade agli altri, per avere prospettive ed idee assai diverse.
Per gli alunni disabili, purtroppo, questo non accade quasi mai.

Antonio Nocchetti